I KUNA KADI - INTERCULTURAL PROJECT FOR ASYLUM SEEKERS

il y a 5 ans

Clara Santini

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Sono Clara Santini, docente di lingua italiana nonché socia fondatrice dell’Associazione di promozione sociale Carminella[1] di Roma insieme alla quale, oramai da più di cinque anni, abbiamo aperto una scuola gratuita di lingua italiana per donne straniere.

In questa sede vi voglio però raccontare di una altro bel progetto al quale lavoro da più di due anni: il Progetto Cultura destinato a studenti rifugiati e richiedenti asilo, perlopiù ricorrenti, avviato nel 2016 in collaborazione con il Centro di Accoglienza straordinario “Casale dei Monaci” di Ciampino (Roma) fino al mese di dicembre 2017 e che, solo successivamente - dal mese di gennaio 2018, si è ampliato ad ulteriori realtà del territorio configurandosi con il nome di I KUNA KADÍ[2] e proseguendo la propria sperimentazione in autonomia all’interno dell’associazione.

 

I Kuna Kadi è l’espressione in bambara – la lingua franca dell’Africa occidentale - per augurare buona fortuna all’avventura di un nuovo viaggio.

Ci piace il suono che questo augurio produce e ne abbiamo voluto amplificare il senso con la speranza, cara a molti di noi, del buon tempo che verrà!

Molti beneficiari ospiti nei Cas, spesso analfabeti nella loro lingua madre, sospesi nell’atto di poter iniziare a tratteggiare un proprio progetto di vita, nello spazio della lunga attesa che precede l’esito definitivo della Commissione Territoriale, si ritrovano a convivere con l’immobilità di un tempo che scorre comunque veloce, affiancandoli.

L’unica cosa certa è la memoria di un passato oramai alle spalle. Storie personali cariche di nostalgie degli affetti, di sensazioni, profumi suoni e sapori non più riproducibili nella realtà di un presente fatto di emergenze e bisogni materiali da soddisfare necessariamente nell’immediato.

A resistere è la forza umana della speranza di un tempo futuro nel quale proiettare i propri sogni più belli.

In questo particolare momento di passaggio, tra ciò che era e ciò che ancora non è, ci siamo incontrati. Noi e loro, Loro e noi, per fare insieme … divertendoci.

Il Progetto, che sin dal principio si è realizzato fuori dal contesto classe, ha visto la partecipazione di numerosi ragazzi (tra i 15 e i 25 beneficiari).

Focus principale è la realizzazione di occasioni ludiche e di incontro e la certezza che queste, unitamente alla fruizione di percorsi artistici interdisciplinari, pensati con cura e profondo interesse nei confronti di chi vi partecipa, possano contribuire a restituire benessere e valore al senso di una vita degna di essere vissuta. Diritti inviolabili che oggi, ancor più che mai con le nuove politiche migratorie, figlie di un pensiero violento, causa di uno scempio umanitario, rischiano di essere completamente annullati.

 

Ora però, per meglio comprendere quale sia la ricerca all’origine del nostro agire, una breve premessa si rende necessaria:

la ricchezza teorica ereditata da Massimo Fagioli, psichiatra psicoterapeuta - autore della Teoria della nascita[3]- ci ha guidati in questo percorso grazie alla fondamentale scoperta scientifica sulla realtà umana che dice di una nascita uguale per tutti in virtù di una reazione che fa l’emergenza dell’attività psichica. Ovvero, il primo pensiero non cosciente dell’essere umano.

Al di là del colore della pelle, che si nasca in Europa, nel profondo sud o nord del Mondo, ricchi o poveri, tutti gli esseri umani, alla nascita – grazie alla reazione della sostanza celebrale della retina al contatto con la luce - reagiscono creando una prima immagine-pensiero.

La mente cioè, si crea soltanto in questo specifico momento di inizio vita, quale reazione ad uno stimolo assolutamente nuovo e inaspettato a cui la sostanza cerebrale degli occhi del feto reagisce. Uno stimolo così forte che, creando una separazione netta rispetto al precedente, ovvero alla situazione intrauterina, genera nel neonato una reazione psichica altrettanto forte di annullamento nei confronti del mondo-esterno-non-umano percepito come estremamente aggressivo. Reazione che potremmo esemplificare con un “pensiero” che dice: il mondo non esiste

Se però presupponessimo il solo emergere di tale “pensiero”, scoperta scientifica definita da Fagioli pulsione di annullamento, il neonato non sopravviverebbe.

La Teoria ci dice invece che l’emergere di tale “pensiero”, legandosi SIMULTANEAMENTE alla vitalità - intesa quale capacità biologica di reagire del feto -, fa sì che il neonato realizzi la prima e fondamentale memoria-fantasia dell’esperienza avuta nel contatto della pelle con la calma e il calore del liquido amniotico. Una memoria-fantasia che contiene in sé la “speranza-certezza che esiste un seno”; speranza-certezza cioè di un rapporto umano valido che sappia accoglierlo per la vita, ascoltandolo e vedendolo affettivamente.

Citando quanto detto dalla Rossella Carnevali, psichiatra psicoterapeuta, in occasione del Convegno “Immigrazione e Salute Mentale” che si è svolto a Firenze lo scorso mese di aprile, «questo primo pensiero non cosciente che l’essere umano realizza alla nascita è una dinamica universale e costituisce la base dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, siano essi africani, cinesi, messicani, arabi (…)»[4]; una uguaglianza di fondo che, mutuando le parole di Matteo Fago, direttore editoriale del settimanale Left, si determina proprio grazie a «questa dinamica di formazione del pensiero alla nascita e nel contenuto di quel pensiero. L’esistenza degli altri. (…)»[5].

Poi, crescendo, ognuno di noi avrà modo di sviluppare la propria specifica identità, che sarà unica e diversa l’una dall’altra.

Tuttavia, se i primi rapporti vissuti saranno stati affettivamente carenti, si andrà incontro ad una profonda delusione, causa di una progressiva perdita di vitalità e di affettività. E, in risposta al ripetersi di continue delusioni, il neonato … diventato bambino, poi adolescente ed adulto, reagirà in modo forte difendendosi e ripetendo la pulsione di annullamento. Pulsione che questa volta però non sarà più diretta contro il mondo inanimato ma contro un altro essere umano. Saremo così di fronte alla “anaffettività”; una dinamica non cosciente di malattia che renderà psichicamente non più esistente il rapporto con l’altro.

In altre parole: una profonda rottura affettiva nel rapporto interumano, al di là di un comportamento manifesto perfetto ed impeccabile!

 

Nonostante abbia seguito per anni questa affascinante ricerca, ora però qui mi fermo rimandando eventuali approfondimenti ai testi teorici disponibili in materia[6].

In questa sede, per quanto attiene al Progetto Cultura I KUNA KADI’ e per quanto fino ad ora espresso in merito ad un pensiero di  uguaglianza che non può prescindere dal riconoscimento che l’unica identità è quella umana in cui tutti dobbiamo … dovremmo riconoscerci, dei fondamentali assunti teorici del professor Fagioli mi interessa evidenziare la formulazione relativa ad una chiara distinzione tra “bisogni ed esigenze”[7], utile per conferire a queste ultime spazi e significati nuovi.

I “bisogni” che vanno assolutamente considerati e soddisfatti nella vita di ognuno per non morire di fame, di freddo o di malattia, riguardano di fatto una sfera che coinvolge la realtà materiale dell’essere umano. Sono dunque specificatamente diretti all’immediato soddisfacimento dell’utile ed esclusivamente finalizzati alla sopravvivenza.

Le “esigenze”, che possono sembrare apparentemente “inutili” o “superflue” rispetto all’urgenza e alla concretezza dei primi - soprattutto in situazioni di estrema necessità quali quelle che vivono i rifugiati - chiamano invece in causa la realizzazione di una parte di sé molto più profonda fatta di emozioni e di affetti. Quest’ultimo aspetto in particolare, se sollecitato e messo personalmente in gioco, può contribuire a preservare una immagine onnicomprensiva della propria realtà umana che, anche a causa di vissuti drammatici, rischia di essere posta inesorabilmente da parte.

In virtù di quanto appena espresso e, come ancora puntualizza ancora Matteo Fago nel numero 31 di Left del mese di agosto, possiamo dire che «(…) il fine primario dell’essere umano non è l’utile. Il pensiero umano può esprimersi con l’arte, con la musica, con la poesia tutte cose che non hanno alcuna utilità pratica se non essere una libera espressione di chi le crea. (…)[8]». Anche l’amore tra gli esseri umani è espressione di un pensiero non razionale che è caratteristica esclusivamente umana. «È un pensiero che esiste per e con gli affetti che ne sono il contenuto. (…) Il pensiero dell’utile è quello razionale. È quello della sopravvivenza. È il pensiero degli animali che pensano alla propria sopravvivenza. Allora si possono distinguere bisogni, relativi alla sopravvivenza, ed esigenze, relative alla realizzazione umana (…)[9]».

Con il Progetto Cultura I Kuna Kadì, si è dunque voluti andare oltre la soddisfazione dei bisogni primari per realizzare insieme quelle particolari occasioni di vita che non producono “utile” ma che hanno la forza di coinvolgere il rifugiato o il richiedente asilo “strappandolo” alla ripetitività del proprio quotidiano o all’emergere di pensieri fissi ricorrenti, al fine di generare qualcosa di nuovo e di costruttivo nei rapporti interumani.

Il linguaggio artistico quale linguaggio universale è stato indubbiamente la chiave di volta che ha permesso di andare oltre la parola scritta e ; Un percorso che, richiamando in superficie un movimento personale di memorie e di affetti, ha generato emozioni che si sono legate alla qualità ed al tipo di dialettica stabilita nel rapporto con le persone che vi hanno partecipato.

Sin dal principio, oltre il contesto dell’aula didattica, abbiamo organizzato attività prettamente di svago in cui non era necessario dimostrare di sapere ma soltanto di essere; riuscire a costruire una rete di relazioni rilassate e rilassanti in cui il vero scopo fosse quello della conoscenza reciproca; del piacere di sapere dell’esistenza di rapporti interumani validi mossi da un reale interesse per l’altro.

Con il tempo abbiamo poi proposto visioni di film in sale al centro della città di Roma, un’arena cinematografica estiva nel giardino del Centro di accoglienza, visite guidate a musei e a mostre di artisti famosi, dove i ragazzi sono stati rapiti da un vivace interesse restituendo, nel tempo, impressioni, considerazioni e pensieri che difficilmente si sarebbero potuti esprimere all’interno di un contesto strutturato.

È accaduto allora che le immagini di un film incorniciate da un mare in tempesta o dai colori caldi di un deserto al tramonto, le pennellate colorate su tele di artisti famosi, una musica o uno spettacolo teatrale, abbiano suscitato reazioni emotive intelligenti e profonde. Risvegliato ed arricchito quella parte di sé messa forse da parte a causa di eventi trascorsi.

E tutto ciò è diventato tesoro. Un prezioso tesoro al quale attingere nelle notti buie o stellate. Insieme o in solitudine.

Molto spesso i rifugiati e richiedenti asilo vivono una fragilità umana che va oltre il pensabile; una ripetitività del pensiero, dolori disseminati in tutte le parti del corpo, mal di testa martellanti ed insonnia, li costringono a rimanere nel chiuso del perimetro che delimita la loro casa.

Eppure, dopo questi incontri, la richiesta di farne altri ed altri ancora, continua ad arrivare proprio da loro. Come se avessero colto che lì, nella realtà di quelle “inutili” occasioni, vi fosse una possibilità ben più profonda che quella di ricevere un lavoro o un pasto caldo sebbene, non va mai assolutamente dimenticato, quanto anche la realizzazione di una realtà materiale sia per loro di vitale importanza.

Spesso li sento dire che, dopo queste belle giornate trascorse insieme, la notte gli riserverà sonni tranquilli perché … sono felici.

Ecco, il senso del Progetto Cultura per noi di Carminella è tutto questo.

Sfidarsi insieme alla ricerca del bello attraverso un linguaggio universale che non è più, e soltanto, conoscenza e comprensione della parola.

Grazie mille a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attività svolte nel Progetto Cultura (2016-2018):

 

Giugno 2016

Alla scoperta della città dell’Antica Roma. La scelta di effettuare questa visita culturale a Roma è nata grazie al lavoro svolto con le classi di lingua italiana interne al Centro di Accoglienza, sul tema e sul lessico della “città”: piazze, vicoli, viali, monumenti antichi, siti archeologici, Municipio, San Pietro quale luogo di culto dei cristiani, negozi, traffico, fontane. Nello specifico – comparando l’Europa all’Africa – si è studiato quanto, il continente africano fino a circa la metà del 1800, fosse culturalmente sconosciuto ai più: “per gli antichi Egiziani, per i Greci, per i Romani e per gli stessi Europei fino alla fine del secolo XIX, le sorgenti del Nilo sono rimaste un mistero: ecco perché Lorenzo Bernini copre d’un velo il capo della statua del Nilo nella fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona, a Roma”. La fontana dei 4 Fiumi è stata una delle mete della visita.

Luglio 2016

Tutti al mare! In metropolitana da Roma ad Ostia Lido e sosta sul litorale romano.

Novembre 2016

Solidarietà a colpi di pedale, evento organizzato in collaborazione con l’APS Carminella, APS Gazebike, ASP , Comune di Ciampino e Croce Rossa – Comitato di Ciampino, l’Associazione SettimoBiciclettari, Retake Roma-Morena e l’Associazione Tor Fiscale. L’iniziativa ha coinvolto i ragazzi, insieme ai partecipanti locali della città di Ciampino e di Roma, a percorrere un tragitto di 9 km in bicicletta che, partendo dal Centro, ha raggiunto il Parco di Tor Fiscale dove, alcuni beneficiari, hanno improvvisato un piccolo concerto con strumenti tipici africani.

 

Dicembre 2016

No Hamlet Please , spettacolo teatrale di R. Vannuccini, dedicato a Fatim Jawarada, testi di W. Shakespeare, con i richiedenti asilo della Refugee Theatre Company e gli attori della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma (Teatro India)

Gennaio 2017

  • Lezione dimostrativa presso il centro di accoglienza di Ciampino del laboratorio teatrale condotto dalla compagnia Artestudio
  • Dagli Acquedotti al Quadraro; storie e incontri su vecchie e nuove resistenze. Un trekking breve (solo 8 km) ma intenso, con tanti incontri, storie, emozioni. Un piccolo allenamento per le gambe, un grande allenamento per il ;Evento organizzato da Federtrek e Movimento Tellurico per la raccolta di fondi alle popolazioni terremotate.

Marzo 2017

Visita guidata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma

Maggio 2017

  • Il cinema africano … agli africani.

Moolaadè – di Ousmane Sembene (Senegal 2004); Aspettando la felicità di Abderrahmane Sissako (Mauritania 2002).Proiezione di film africani con restituzione finale delle impressioni da parte dei ragazzi. Proiezioni organizzate in collaborazione con   e con il regista Ludovico Codella.

  • PRIMA POSSIBILE  Concerto spettacolo della MaTeMusik band & crew presentato da Cies Onlus e MaTeMù (Teatro Quirinetta)

“Questi ragazzi sono il più forte antidoto alla paura e alla chiusura che avete visto finora. Perché PRIMA: perché nell’espressione comune “prima possibile” sono contenute due idee, quella dell’urgenza e quella della possibilità. L’urgenza è quella artistica, e ancor prima, umana, di condividere emozioni, idee, luoghi. La possibilità consiste nell’intuire ciò che può avere forma, progettarlo e realizzarlo tramite l’impegno quotidiano. Ciò che è urgente non vuole attendere e ciò che deve essere progettato e realizzato vive di attesa. Questi due poli generano un percorso. Noi siamo lì, da qualche parte, su quella ; (La MaTeMusik Band & Crew è un gruppo musicale composto da ragazze/i provenienti da tantissime parti del mondo, che nasce nel 2010 all’interno del Centro Giovani e Scuola d’Arte del Municipio Roma I, ideato e gestito dal CIES Onlus: MaTeMù. Il centro si trova nel cuore del quartiere Esquilino).

Giugno 2017

AFRICABAR - Trenta attori in scena - più uno - sopravvissuti al deserto, al mare e al teatro” , uno spettacolo di Riccardo Vannuccini dedicato a HANDE KADER (Teatro Argentina)

Luglio 2017

Visita guidata alla Grande Moschea di Roma

Agosto 2017

“Cinema sotto le stelle con i ragazzi del Cas di Ciampino”; arena cinematografica nel giardino del Centro di accoglienza, sotto le stelle, nelle caldi notti estive ciampinesi nella quale sono stati proiettati 6 film.

Settembre 2017

Carnevale Africano, valorizzazione della storia e delle tradizioni africane a Roma: danze, balli, moda, arte, sapori, musica live e parata di folklore.

Ottobre 2017

Visita guidata al MACRO in occasione dell’esposizione “Cross the street” – “piattaforma culturale che getta le basi per una storicizzazione del fenomeno del Writing e della Street Art, tirando le fila del fenomeno artistico e mediatico fra i più influenti degli ultimi quarant’anni. Una controcultura, ormai diventata ampiamente mainstream”

Febbraio 2018

Visita guidata al Chiostro del Bramante in occasione della mostra ENJOY. L’arte incontra il divertimento, mostra di arte contemporanea a cura di Danilo Eccher

Marzo 2018

“5 anni dell’Associazione di promozione sociale Carminella”; iniziativa culturale con mostra fotografica dedicata ai primi 5 anni dalla fondazione dell’Associazione. Interventi e testimonianze delle donne straniere della scuola di lingua italiana di Carminella e dei ragazzi del Centro di Accoglienza di Ciampino. A conclusione della giornata, sfilata di moda a cura di Elena Buldakova e delle donne della scuola.

Aprile 2018

  • “Turner. Opere dalla Tate”; visita guidata al Chiostro del Bramante in occasione della raccolta di opere dell’artista inglese Joseph Mallord William Turner
  • “All the strings you are” – Jazz Quartet, repertorio di eterogenea provenienza (jazz, teatro, film) con le qualità timbriche ed armoniche delle formazioni mainstream degli anni 50 e 60. Evento presso l’associazione culturale Baracca e Burattini
  • Orto Botanico; visita guidata presso uno dei più bei giardini botanici della città di Roma

Giugno 2018

“Giornata Mondiale del Rifugiato”; esperienze di accoglienza e inclusione. Letteratura, musica, teatro, artigianato, moda: le buone pratiche si incontrano sul palco del Teatro India per mostrare un altro modo di fare accoglienza. Ore Concerto della MaTemusik Band

Luglio 2018

Partecipazione alla presentazione del libro di Soumaila Diawara “Sogni di un uomo” (raccolta di poesie). Le parole, i pensieri e i sogni di un africano. Un prezioso profilo africano in terra europea.

Agosto 2018

African Metropolis. Una città immaginaria;“Un progetto dedicato alla vitalità della scena artistica di un continente in crescita tra contraddizioni e ferite aperte, ed è parte di quella linea di ricerca del museo che vede nell’arte e nella cultura strumenti di dialogo e diplomazia culturale. E’ inoltre un’occasione per offrire attraverso l’arte un contributo alla conoscenza, al dialogo, alla sicurezza e alla pace di un continente legato a doppio filo. Museo MAXXI di Roma

Settembre 2018

“Kirina”, opera africana a cura del coreografo Sege-Aimé Coulibaly, della cantante maliana Rokia Traoré e dello scrittore Felwine Sarr. “Un testo in grado di traghettare radici africane e occidentali verso il futuro”. «Le nostre società sono in perenne movimento, le popolazioni cambiano velocemente nelle grandi città e queste trasformazioni fanno parte di una grande marcia, quella dell’umanità». Teatro Argentina di Roma.

 

 

 

[1]

[2]

 

[3] Per approfondimenti sull’opera teorica di Massimo Fagioli:

[4] R. Carnevali, V. Mancini, La ricerca psichiatrica transculturale,  in “Il sogno della farfalla”, rivista di psichiatria e psicoterapia, n. 2/2018, pagg. 27-28, L’Asino d’oro edizioni.

[5] “La legge dell’uguaglianza”, Editoriale di Matteo Fago, Left n. 27, 6 luglio 2018

[6] Fagioli M., (1972) Istinto di morte e conoscenza, L’Asino d’oro, Roma 2010; (1974) La marionetta e il burattino, L’Asino d’oro, Roma 2011; (1975) Teoria della nascita e castrazione umana, L’Asino d’oro, Roma 2012; (1980) Bambino donna e trasformazione dell’uomo, L’Asino d’oro, Roma 2013.

[7] Fagioli M., Bisogni ed esigenze, in “Il sogno della farfalla”, 4, 1999, pp. 5-29

[8] “Una ragazza bionda bellissima”, Il Commento di Matteo Fago, Left n. 31, 3 agosto 2018

[9] Ibid.


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