Il sistema di Domanda e Offerta di servizi formativi è caratterizzato da un gap tra i servizi offerti e le esigenze del sistema di imprese; Il sistema di Offerta è da lungo tempo criticato come erogatore di una formazione teorica, piuttosto che pratica, e come formatore di individui poco operativi nella situazione lavorativa: nella formazione iniziale il “sistema in alternanza” non offre ancora i benefici, in termini di progressione degli apprendimenti che potrebbero derivare da un’efficace relazione tra organismi di formazione e impresa; nella formazione continua i benefici sono controversi, in particolare per il trasferimento sul luogo di lavoro delle competenze acquisite in aula, a causa di diversi fattori come la scarsa contestualizzazione degli interventi, la mancanza di un’analisi preliminare dei bisogni, la presenza di obiettivi non ben definiti e di metodi-strumenti utilizzati non sufficientemente efficaci.A sostegno di queste valutazioni citiamo i risultati dell’indagine Continuing Vocational Training Survey–CVTS 3 del 2005 sullo stato dell’arte della formazione nelle PMI in 27 Paesi della Comunità Europea, condotta per l’Italia da ISTAT e ISFOL e coordinata da Eurostat; essa ha evidenziato il permanere di una carenza di imprese formatrici nel nostro Paese (32% rispetto al 90 % della Gran Bretagna e all’ 85 % della Danimarca) che, pur dimostrando miglioramenti rispetto alla precedente indagine CVTS 2 del 1999, si attesta nella graduatoria in terz’ultima posizione, precedendo soltanto Bulgaria e Grecia.. Per quanto riguarda il sistema di Domanda in Italia si evidenzia una limitata propensione delle imprese all’investimento nella formazione, attribuibile sia alla loro ridotta struttura dimensionale e settoriale che a condizionamenti restrittivi quali il convincimento dell’autosufficienza delle competenze professionali, le valutazioni economiche negative legate ai costi, il tempo sottratto alla produzione e, non ultimo, un’offerta di prodotti e servizi formativi poco efficace rispetto ai bisogni.Non solo si mantiene bassa l’attività di formazione continua, ma un ulteriore elemento di debolezza è rappresentato dal fatto che solo il 20% di imprese attiva al suo interno, oltre ai corsi di formazione, altre modalità formative quali la formazione sul posto di lavoro, la rotazione delle mansioni, i circoli della qualità, l’autoapprendimento. In riferimento alle problematiche illustrate il progetto si propone l’obiettivo generale di rinforzare il legame tra “formazione e lavoro” introducendo un nuovo modo di entrare in formazione, costruendola partendo dalla situazione reale di lavoro. In particolare si prefigge quattro obiettivi specifici:- introdurre una nuova modalità di ingresso in formazione, utilizzando l’analisi del lavoro come strumento che riconosce la “situazione di lavoro” quale sorgente, vettore e oggetto dell’apprendimento;- evolvere il ruolo del formatore dalla semplice fornitura di un prodotto-servizio ad una nuova dimensione, oltre l’aula, che preveda interventi contestualizzati, in grado di valorizzare il ruolo dell’impresa come luogo di apprendimento non formale e informale;- migliorare la capacità di ingegneria formativa e pedagogica degli attori della Formazione Iniziale e Continua per: trasformare le situazioni di lavoro in situazioni di apprendimento; svolgere un ruolo di accompagnamento degli individui, rendendoli pienamente attori della loro formazione in situazione di lavoro;- potenziare l’efficacia della risposta dei dispositivi di formazione, grazie ai contributi forniti dall’analisi del lavoro all’ingegneria formativa e pedagogica per: migliorare l’apprendimento; trasferire l’apprendimento ad altre situazioni lavorative; trasmettere ad altri saperi così individuati. Gli obiettivi descritti sono perseguiti arricchendo la formazione professionale di un quadro metodologico rappresentato dalla Dida ...
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